mercoledì 28 dicembre 2011

SIGNORE, BASTA UN SORRISO FATTO COL CUORE

preghiera di Antonio, che rivolge per i suoi Amici di BALA MURGAB.
Signore, oggi dopo tanti giorni, ho ritrovato la mia via, che avevo perso dentro il mio cuore.
E ho fatto un sogno, Signore: era un angelo che con le sue ali immense illuminava me, piccolo, troppo piccolo, triste senza quel sorriso che mi porto dalla nascita; quel mio cuore così grande e buono era triste. Proprio io che nelle persone cerco di vedere il bene ero ferito dentro perché un’amicizia svaniva. Mi sentivo tradito, e come un fiore mi appassivo nella mia sofferenza. Ma nel silenzio, tu Signore mi hai dato la forza e un tuo ministro mi ha trasmesso profonde parole.
Poi, dopo quel terribile attentato, è arrivato accanto al mio letto di ospedale Simone, un ragazzo forte, che mi ha dato la capacità di reagire; ho riconosciuto in lui una persona con un cuore grande, un angelo della pace. E il sorriso ritornava a far parte di me, capace ancora di donare amicizia a tante splendide persone, come quei dottori che mi hanno seguito e ancora adesso si prendono cura di me, ora che sto lontano dai miei colleghi rimasti in quella terra dove un sorriso è un mondo.
Come hai fatto con me, Signore, tu che sei grande, immenso, tu che riscaldi questa terra, proteggi i miei colleghi, custodisci chi fa del bene per quella terra lontana e triste, regala loro un sorriso. Prego ogni giorno per tutti loro e ho sempre in me il desiderio di ritornare tra loro.
Signore, perdona i miei peccati, rinforza la mia fede. Oggi ho capito che donare un sorriso con il cuore è come donare il mondo. Signore fa’ che questo Natale sia speciale per mia moglie Anna, per la mia famiglia e per tutte le famiglie dei colleghi che ho lasciato lontani, ma rimangono vicini nel mio cuore: tutti loro sono degli angeli della pace nel mondo e in quella terra lontana. Signore, fai che la mia preghiera li protegga. Grazie Signore perché mi hai fatto ritrovare un cuore e un sorriso che ora uso per dire a tutti: "Vi voglio bene e vi porto dentro".

venerdì 23 dicembre 2011

E' NATALE IN AFGHANISTAN

Signore, è Natale.
Sono in Afghanistan, milite in una terra che non ti conosce,
ma oggi è la tua festa, è la festa della tua venuta in mezzo a noi.
Tu sei venuto tra noi nell’umiltà, senza sfarzi e ostentazioni.
Nella tua nascita, hai rinunciato a tutto:
alla tua casa, alla tua gente, al tuo prestigio.
Ti sei fatto povero di tutto,
ma non hai rinunciato alla ricchezza della famiglia.
Maria e Giuseppe erano con te,
pronti ad illuminare di carezze e di sorrisi la tua vita.
Signore, è Natale.
Noi siamo qui, in questa terra afghana,
lontani dai nostri affetti e dai nostri cari,
lontani dalla nostra famiglia.
Ma in te, vogliamo sentirci vicini.
Il mio cuore, come il cuore della mia famiglia,
desidera adorarti.
Dona la tua pace sulla mia casa,
accompagna i miei figli nella loro crescita,
la mia amata sposa nei suoi sacrifici
e rafforza l’unione dei nostri cuori.
Signore, è Natale.
Aiutami, con la tua forza, ad essere un riferimento di pace,
per la mia famiglia e per la mia Patria.
Fa’ che il mio servizio sia sempre un richiamo
alla sicurezza e alla libertà dei popoli,
dove ognuno sia uomo e fratello.
Signore, è Natale.
Accettami come sono, a volte anche stanco e rude,
ma la tua presenza rinfrancherà la mia anima.
Rendi il mio animo più buono, meno debole e scontroso.
Fammi accogliere e testimoniare
il canto degli angeli che annunziano il tuo Natale:
“Gloria a Dio nell’alto dei cieli
e pace in terra agli uomini di buona volontà”.
Signore, è Natale.
È il tuo Natale, e sarà anche il mio Natale,
la mia infinita rinascita in Te.

domenica 18 dicembre 2011

IL MIO VUOTO A NATALE, SIGNORE

Preghiera in ricordo dei 45 italiani scomparsi in terra afghana

Signore, è Natale.
Come faccio ad accoglierti oggi,
a festeggiare la tua nascita
quando mi mancano coloro che, come me,
hanno servito la mia Patria
sino all’estremo sacrificio.
Signore, è Natale.
Come faccio a festeggiarti,
quando il mio cuore geme,
il mio animo è trafitto dal dolore,
la mia mente non si libera della disgrazia
che ha invaso la mia casa.
Mi attraversa un vuoto
che mi fa sprofondare nell’angoscia.
Signore, è Natale.
Come faccio ad accendere le luci della gioia,
quando sono una madre che piange il figlio,
una sposa che si ritrova sola,
un figlio che fiorisce senza il sole.
Come faccio, Signore;
in questo immenso vuoto.
Signore, è Natale.
Vieni Signore, più forte che mai,
riempi il vuoto di speranza,
l’assenza di fede,
la rassegnazione di fiducia,
che le loro anime in Te, vivono nella pace.
Signore, è Natale.
Signore vieni, donaci la tua pace,
la pace dentro i nostri cuori,
affinché, uniti in Te,
insieme ai nostri cari lassù,
proclameremo la tua gloria,
nel più alto dei cieli,
e scopriremo il Natale della vita che,
quando tutto sempre impossibile,
rinasce con il tuo Spirito.

giovedì 15 dicembre 2011

RIVEDO SEMPRE QUELL'IMMAGINE, SIGNORE

 
Bakwa (Afghanistan), 11/12/2011
Preghiera scritta dopo l'esplosione di un ordigno sul lince in cui viaggiavano Natale, Saverio, Ciro e Simone

Rivedo sempre quell’immagine, Signore.
Eravamo il primo mezzo di una lunga colonna.
Stavamo superando un argine in secca
e sapevamo che poteva essere un punto sensibile, pericoloso.
Ma eravamo costretti a passare di là.
Come faccio di solito in tutti i luoghi ritenuti vulnerabili,
mi sono concentrato ancor di più, fissando quella terra arida
e scrutando qualsiasi dettaglio.
Stando sulla ralla, in quel breve tratto di discesa mi sono chinato.
E poi…
Rivedo sempre quell’immagine, Signore.
Un’esplosione enorme, fulminea, spaventosa.
Un film che mi attraversa la mente,
con immagini, odori e rumori che s’imprimono in me:
un nero intenso, misto a rosso fuoco,
gomme e vernice che bruciano,
ferraglia che si spezza.
Sono tutte sensazioni mai provate,
ma che improvvisamente si fissano indelebili tra i miei pensieri.
Confuso e stordito, ma lucido, mi sento VIVO:
“c’è l’ho fatta” a sopravvivere alla cruda violenza e alla trappola del male.
Davanti a me osservo Clemente, immobile, fermo sul suo volante.
Poi il suo risveglio e la sua rassicurante voce: “Va tutto bene”.
E ancora la paura di un altro pericolo sotto i nostri piedi:
osservo, scruto, analizzo quel terreno
già squarciato, ma ancora minaccioso.
Qui sorge il mio grido di speranza verso Te, o Dio:
“Salvami, Signore, liberami dal male”
Tutti ci siamo uniti in quel sostegno reciproco che è forza,
tra sguardi incrociati e invocazioni di fede.
Grazie Signore.
Rivedo sempre quell’immagine, ma so che,
ogni giorno della vita che tu ancora mi offri,
è un dono prezioso da assaporare intensamente.
Tu mi conosci, Signore, e sai che non sono un grande assiduo fedele,
ma ora porto nel cuore la riconoscenza e la gioia
di poterti dire grazie per sempre.
E ora rivedo la tua immagine, Signore,
e scopro il Padre celeste e provvidente,
vicino ad ogni suo figlio.

martedì 6 dicembre 2011

SIGNORE, SONO PRONTO

Signore, sono pronto.
Indosso il giubbotto antiproiettile e l’elmetto;
armato, salgo sul lince,
metto le cinture, controllo gli apparati, comunico al TOC: si parte.
È la mia missione su strade sconnesse,
bucate dal male, tempestate di violenza.
Devo stare attento, guardarmi attorno,
scrutare i movimenti di chi incrocio per la via,
per capire se condivide la pace che desidero portare,
la convivenza dei popoli che la mia presenza cerca di affermare.
I ponti, gli incroci, le moto ed ogni singola macchina:
tutto devo esplorare.
Signore, sono pronto.
Prima di venire in questa terra,
lontano dalla mia amata Casa,
mi sono addestrato a fronteggiare ogni situazione;
ho svolto prove, campi, tirocini, per dare il meglio di me,
e sentirmi più sicuro in ogni momento.
Ora sono qui,
tra le Cops di Bala Murgab e il deserto del Gulistan,
tra la valle di Farah o Camp Arena ad Herat.
Ho dormito pensando alla strada da percorrere.
Stringo la foto del mio bambino,
penso all’amata, che prega a casa per me;
poi appendo un rosario sul cruscotto,
porto la medaglietta al collo,
o anche un'immagine benedetta sul portafoglio:
sono i miei gesti rituali per invocare Te, o Dio.
Signore, sono pronto.
Tu proteggi la mia strada,
liberami dal male.
Amen.

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