venerdì 16 novembre 2012

MANI GIUNTE A BALA MURGAB

Bala Murgab, 27 dicembre 2011

Signore, Luca aveva aperto le sue mani per unire i popoli,
tra le montagna lunari,
sentinella in attesa di una nuova aurora.
Le sue calde mani cercavano occhi da scrutare,
volti da svelare, anime da salvare.
Lui viveva, solare, shana by shana con i fratelli afghani,
fianco a fianco con impegno e coraggio.

Signore, l’Odio ha chiuso le proprie mani:
mani fredde di disprezzo e tenebra,
che hanno tradito il suo cuore,
aperto una piaga di dolore
nel costato dell’amata Daniela,
trafitto il cammino di una madre e di un padre,
ansiosi e lontani.

Giunto nel luogo della memoria,
silenzioso, unisco le mie umili mani:
mani giunte a Bala Murghab.
A te, Signore Iddio, affido la sua anima,
nella speranza eterna che
Le anime dei giusti sono nelle mani di Dio,
nessun tormento li toccherà.

sabato 3 novembre 2012

SIGNORE, VOLO SU KABUL

Oggi il J129 mi porta a visitare i militari di Camp Kaia,
e la mia mente ritorna a quel 17 settembre 2009
quando le vite di Matteo, Antonio, Roberto,
Davide, Gian Domenico e Massimiliano
giungono improvvisamente nelle tue mani per l’eternità.
Non li hai voluti tu, Signore,
ma li hai accolti dopo quel brutale disegno di odio e violenza.

Signore, volo su Kabul
e sento ancora dentro me l’estremo e addolorato saluto dato a Matteo:
ho conosciuto il suo volto davanti al tuo altare,
l’immagine ferma di un giovane forte e sereno.
Abbracciati al pianto di mamma Greca e papà Augusto
tutti eravamo incapaci di dire qualcosa in più,
se non essere solo lì con loro
e accendere un lume di speranza.
Ho elevato a te una preghiera e la promessa
di perpetuarne in terra afghana
la memoria e il ricordo.

Ora, dopo due anni, scruto dal cielo di Kabul quel luogo.
Ai piedi delle maestose e nere montagne si distende l’umile città antica.
Nella terra di Abramo e della “Via della Seta”,
tra l’immensità di vicoli e case, di mercati e minareti,
vi è l’anima di una città che lotta per ritrovare libertà e pace.
Cerco da lontano la Great Massoud Road,
e intravedo chiara quella Rotonda.
Subito mi si stringe il cuore.
Il mio animo si volge alla memoria
di chi è solo vittima innocente in un’improvvisa condanna.

Signore, volo su Kabul e prego:
la sua anima e le anime di tutti i fedeli defunti,
per la misericordia di Dio,
riposino in pace. Amen.

venerdì 27 aprile 2012

TESTIMONI DELLA RESURREZIONE

Signore, Dio onnipotente tu mi chiami ad essere testimone di resurrezione.
Tutta la vita del tuo figlio Gesù è stato un risorgere.
La sua mano toccava colui che si rialzava,
la sua voce chiamava i penitenti alla conversione,
il suo pianto e la sua compassione era rinascita per Lazzaro,
il suo pane era forza del cammino per le folle che lo ascoltavano,
il suo sangue linfa per una nuova ed eterna alleanza;
la sua croce fonte di perdono e redenzione
e la sua morte, risurrezione e salvezza per l’umanità.

Signore, e tu chiami anche me a risorgere.
È la tua voce che m’invita a rialzarmi sempre dalle mie cadute,
con caparbietà e fiducia.
È la tua parola che mi conduce ad offrire una rinascita nella comprensione e nel perdono.
È il tuo vangelo che mi incoraggia a non fermare i miei deboli passi,
ma continuamente ricercare la tua presenza puntuale e costante che rincuora.
Dietro ogni dolore la tua consolazione,
dietro ogni caduta la tua misericordia,
dietro ogni sconfitta la tua speranza,
dietro ogni morte la tua vita eterna.

Signore, fammi essere testimone di resurrezione.
Anche nel mio servizio alla Patria, fa’ che riesca ad offrire una rinnovata speranza.
Aiutaci ad essere militi pronti, per far risorgere chi cade o si dispera;
militi presenti per ricostruire la Patria ferita:
nell’emergenza di un terremoto, o nel disastro di un alluvione,
nel dramma di una violenza, o nell’odio di una guerra,
nel disordine di una contestazione o nell’insicurezza del futuro.
E desideriamo essere militi di resurrezione
anche fuori dai nostri confini nazionali: 
aiutaci, Signore Iddio,a far risorgere i popoli,
piagati dalla violenza e dal male,
feriti dalla miseria e dall'odio,
affinché, forti della tua fede,
sappiamo insieme rialzarci e ritrovare l'immagine di Cristo risorto in ogni uomo.

Nella tua eternità, testimoni del Risorto.

domenica 18 marzo 2012

SIGNORE, E' IL MIO FINE MIX

Signore, è il mio Fine Mix: Grazie.
Ho finito il mio periodo di servizio qui in Afghanistan.
Ho vissuto momenti di amicizia, di gioia, di serenità,
ma anche di tensione, di tristezza, di prova.
Ho svolto sempre e comunque il mio dovere,
e nel rischio ho sentito la tua protezione.
Signore, è il mio Fine Mix: Grazie.
Ancora oggi posso alzare verso te i miei occhi,
posso unire in preghiera le mie mani,
e dirti grazie, con dignità e orgoglio,
perché, con il tuo aiuto,
ho portato a compimento una missione impegnativa.
Signore, è il mio Fine Mix: Grazie.
In te voglio sperare che il mio tempo,
trascorso in questa terra afghana,
possa essere un germe di pace,
un seme che crescerà nel tempo,
quando, sconfitto il male dell’odio e della violenza
si apriranno sentieri di libertà e di giustizia tra tutti i popoli.
Signore, è il mio Fine Mix: Grazie.
Rientrerò a casa, felice di riabbracciare i miei cari,
di ritrovare quegli affetti
che ho custodito nel silenzio del mio cuore.
Essi, con me, hanno vissuto apprensioni e paure,
e forse più di me hanno elevato al cielo
la loro profonda preghiera,
per trovare in Te protezione e speranza.
Signore, è il mio Fine Mix: Grazie.
E offro ancora a te i miei giorni, i miei sacrifici, la mia vita,
pronto a costruire ancora la sicurezza e il bene
per la mia famiglia, per la mia Patria e per l’intera umanità.
Signore, è il mio Fine Mix,
e offre a te la preghiera per chi appartiene già alla tua eternità,
i nostri caduti Giovanni, Francesco, Francesco Paolo e Luca:
consola il pianto delle loro famiglie
e rendici forti per continuare quel servizio
per il quale loro hanno dato la vita.

sabato 10 marzo 2012

GRAZIE PER LA MIA AMATA, SIGNORE

Signore, Tu conosci come non è facile essere moglie di un militare;
occorre affrontare difficoltà e fatiche proprie di un servizio
che richiede sacrifici continui con disagi e spostamenti
dentro e fuori i confini della nostra amata Patria.
Grazie per la mia amata, Signore,
che soffre e veglia nel silenzio l’attesa di un ritorno
senza far pesare le tensioni e le tribolazioni
quando il tempo e la distanza ci separano,
quando il rischio  e il pericolo segnano il cammino.
Grazie perché sento il suo amore presente e vivo,
fatto di ansie e rassicurazioni,
di affanni e incoraggiamenti,
di speranza e di fede,
di mani che sanno abbracciarmi e unirsi in preghiera per me!
 Grazie, o Signore, perché non mi lasci solo
e desideri che al mio fianco ci sia colei
che sin dalle origini l’hai creata nel mistero,
“carne della mia carne e osso delle mie ossa”.
Grazie perché ha custodito i nostri figli nel suo grembo,
e oggi, senza far pesare la mia assenza, è madre amorevole e premurosa,
che conosce a fondo i loro cuori.
Tu sai, Signore, quante volte, con stupore e ammirazione,
ho fissato la sua instancabile opera,
ho avvertito la sua grande forza d’animo
e ho colto il suo desiderio di comprensione e sostegno,
volendomi sempre più vicino per essere insieme “una cosa sola”
uniti nell’anima, tra gioie e dolori,
uniti nel corpo, tra salute e malattia.
Grazie, Signore, perché anche oggi, in questa terra lontana,
sento il suo cuore vicino,
lei che mi adora, mi onora e mi sostiene.
E se sono più sereno in Afghanistan
è anche grazie a colei che, Tu Signore, mi hai posto accanto,
ordinando che fosse “quell’aiuto che mi sia simile”,
sostegno sicuro perché è parte di me!

lunedì 20 febbraio 2012

VITE SPEZZATE IN AFGHANISTAN, SIGNORE

Shindand, 20 febbraio 2012-02-21
Mentre si attraversa un fiume, si rovescia il mezzo e perdono la vita Francesco Paolo, Luca e Francesco

Francesco Paolo, Luca e Francesco, vite spezzate in Afghanistan, Signore.
All’alba di un nuovo giorno, il dolore più atroce.
La notizia che strugge rimane soffocata in un tormento,
affinché i loro cari sappiano prima di tutti che l’Italia ha perso ancora oggi i suoi figli.
La nostra missione in terra afghana è segnata dall’orribile risveglio di una tragedia:
e dopo quella fredda notte, scende il gelo nei nostri cuori.
Nel deserto di Shindand, quel fiume rigonfio di acque
porta via per sempre le loro anime
per essere accolte definitivamente nella Tua eternità, Signore;
Francesco Paolo, Luca e Francesco, vite spezzate in Afghanistan, Signore.
Davanti a Te, noi militi, restiamo muti, fermi, nell’ascolto del silenzio che onora i nostri caduti.
Essi hanno servito la nostra amata Patria.
In questa insidiosa terra sconosciuta sono arrivati come noi consapevoli del rischio,
ma decisi a compiere il loro dovere per unire e rappacificare le nazioni;
hanno affrontato operazioni e fatiche di un sacrificio quotidiano
che ora però, Signore, ha richiesto troppo: l’offerta estrema delle giovani vite.
E il nostro tricolore non svetta più, ma, mesto, indica solo l’afflizione di un popolo.
Francesco Paolo, Luca e Francesco, vite spezzate in Afghanistan, Signore.
Vite spezzate che trafiggono il cuore delle madri infrante,
soffocano quell’anelito di preghiera che invocava Te, o Dio,
e frantumano la nostra debole fede,
lasciandoci soli, nella voragine di un misterioso disegno,
che ci riporta a quanto debole e incerta è la nostra esistenza:
noi tuoi figli rimaniamo sempre fragili, troppo fragili, pur creati da Te, immenso Iddio. Ora ci rimane solo il vuoto di un pianto inconsolabile: 
è quello di una madre inferma, ancora più ferita; 
è quello di una donna, già pronta ad essere sposa di un uomo che più non c'è;
è quello di un padre che ne figlio vedeva il suo orgoglio e la sua sicurezza;
è quello incredulo di un fratello gemello o di un amico caro che ora si affida nel buio ad immagini senza voce nè colori.
Francesco Paolo, Luca e Francesco, vite spezzate in Afghanistan, Signore.
In questa terra che continueremo a servire, con lacrime e sudore,
per non rendere vano il loro sacrificio.
E in questo buio della notte, brilleranno le loro stelle,
negli abissi del nostro tormentato mare si alzerà ancora il soffio del tuo Spirito
sicuri che tutti regneremo nella Tua stessa immensità. 
Signore, sostienici affinché non si spezzi la Speranza
che le nostre opere di pace resteranno per sempre,
cogliendo, come Tu vuoi, frutti d’Eternità.

mercoledì 8 febbraio 2012

OGGI, SIGNORE, SONO RINATO ... IN AFGHANISTAN

(Preghiera del Serg. A.M. Raffaele Iannelli)
Oggi, Signore, sono rinato…
ogni giorno il miracolo si ripete in questa terra afgana…
una nuova alba apre la strada al mio nuovo cammino…
una nuova luce, oggi illumina i miei passi…
passi i miei,a volte incerti e tremolanti…
ma non ho paura: so di non essere solo.
Sono rinato negli occhi di quel Bambino che non conosce i miei occhi, non conosce la mia lingua, ma sente la mia mano ”Amica”… e così, le sue mani, bucano un silenzio di nuvole nere e volano via, incontrando le mie. Eccolo di nuovo in piedi… ora corre felice…
Signore, in quel dolce viso, oggi sono rinato…
Sono rinato nell’abbraccio ad un Amico, tornato alla base dopo una scorta convoglio… riascolto accanto ai miei, quei passi che lì fuori “galleggiano” in un mare buio… un mare con le sue onde, troppo spesso ”ladro di Vite”… ma risentir il battito del suo Cuore, rivedere i suoi occhi sorridenti, mi riporta sulla terra ferma… al sicuro… rinasci così, in un Sorriso…
Oggi, Signore, sono rinato…
Sono rinato nella voce di una Mamma, di un Figlio, di una Moglie… quell’invisibile filo che dona la spinta ai nostri passi, la forza per non cadere, la speranza di raggiungere il proprio traguardo, la gioia di costruire il proprio sogno…
Oggi, Signore, sono rinato…
Signore, oggi sono rinato… quel Bambino di un tempo, ora è diventato un Uomo… sicuro che la Vita, non è nera come tutti spesso vogliono dipingerla… la vedo intorno a me, colorata da bei Sorrisi, quelle splendide ”pennellate” alla nostra Vita…
...OK, ci siamo quasi… i miei bagagli sono pronti, arricchiti da tutte le mie”Vite”… prezioso carico del mio cammino. Un aereo è pronto a riportarmi a casa… alla mia realtà… ma accanto, ho ancora i miei Amici, coloro che m’hann fatto sentire a casa, anche quando mi sentivo”solo nella folla”… i loro Sorrisi sono stati la melodia alla mia esistenza… la testimonianza che un viso triste, se vissuto con chi ti vuol bene, diventa un mezzo Sorriso…
Grazie Signore, oggi sono rinato…
Oggi, ancora una volta, sono rinato in Afghanistan

lunedì 6 febbraio 2012

DA MADRE A MADRE, PREGO TE, MARIA

(Preghiera scritta da Mami, mamma di Riccardo, militare in Afghanistan)

Si posa il sole sull'orizzonte
ed è subito sera dietro la finestra,
e ritorno a contemplare Dio
nei caldi spazi dell'anima mia.
Avrò bisogno di Te per valicare i confini,
stringi forte le mie mani
e guida i miei deboli passi
verso frammenti di Paradiso
cui aggrapparmi.
In silenzio ti raggiungo
sulle ali di una muta preghiera,
cantando amore, da madre a Madre.
Lascia che il mio dolore
penetri nel tuo infinito cuore,
e,come rugiada che disseta la foglia,
donami speranza e ascolta la parola,
districa i nodi delle mie paure
e manda i tuoi angeli
a custodire il mio.

Buonanotte Riccardo.
Ti voglio bene.
La tua mamma

lunedì 30 gennaio 2012

GIANNI, CONTINUA A PROTEGGERCI DA LASSÙ

Riflessione di Anna Laura, la moglie del compianto Giovanni Gallo, spirato il 13.01.2012, per un malore improvviso in Afghanistan e letta durante il funerale.

Amo’,
in questo momento molta confusione emerge nel mio cuore. Molte cose vorrei dirti, vorrei chiederti. Tra tutte perché tutto questo è successo? Perché tutto è accaduto lontano da noi, senza poterti abbracciare, stringere ancora una volta?
Il tuo lavoro è sempre stato davanti a tutto, la tua dedizione e abnegazione al servizio non sono servite a dire di "no" a nessuno. E tanto meno a questa chiamata, l'ultima, quella verso l'Altissimo. Non potevi dire di "no" neppure questa volta.
Ebbene, a tutti questi miei dubbi non ho una risposta. Non ho spiegazioni da poter fornire a me, a Fabio, a tutta la famiglia, agli amici e colleghi che adesso si stringono intorno a noi.
Ma tra tutti questi dubbi ho una sola certezza: la consapevolezza che il tuo sguardo, che fino a pochi giorni fa mi osservava dall'Afghanistan, adesso contempla da vicino il volto di Dio. Continua a farlo, a farmi giungere la forza e la serenità perché la tua assenza si trasformi in presenza continua nella nostra vita.
La vicinanza, il "senso di famiglia" che sto respirando insieme con Fabio mi giunge forte e caloroso dai tuoi colleghi dell'Esercito, dalla città intera, da quanti hanno avuto il privilegio di conoscerti. Solo adesso prendo consapevolezza del fine ultimo del tuo carisma, della motivazione che spinge ciascun militare a credere fino in fondo nel vostro lavoro, dentro e fuori dal territorio nazionale. Hai lasciato un messaggio per quanti ancora non credono alla potenza del servizio verso le persone in difficoltà, a costruire un mondo migliore come tu lo sognavi.
Continua a farlo da lassù, perché il tuo esempio rimanga come un modello, un sostegno affettuoso per tutti noi, la traccia esemplare a quanti dedicano, come tu hai fatto, la propria vita per gli altri.

domenica 29 gennaio 2012

ANCHE OGGI IN MIMETICA, SIGNORE

Signore, anche oggi ho messo la mia mimetica.
Dal giorno che i miei cari mi hanno salutato all’aeroporto
vesto sempre la mia mimetica.
Non importa se è l’anniversario del mio matrimonio
o il compleanno del mio caro bambino.
La indosso giorno dopo giorno,
nel mio servizio quotidiano,
tra la polvere e il fango,
nell’ufficio e sull’altana,
per una pizza o una pausa caffè.
Non mi servono altri vestiti,
se non l’uniforme di servizio.
E in questo tempo che passa,
vorrei essere strumento di sicurezza e libertà.
Ho i miei turni, disponibile ventiquattro ore su ventiquattro.
Sparsi in questa terra afghana,
ognuno ha il suo compito, il suo ruolo,
ma tutti vestiamo gli stessi colori,
con dignità e orgoglio,
tutti militi gli uni degli altri,
vigilanti reciproci di vita e di pace.
E quando celebro Te, porto la stola sulla mia mimetica,
la veste liturgica sulla tela con le stellette.
È un grande dono essere un tuo ministro,
è una gioia essere al servizio della Patria e dei suoi custodi,
tra la Parola rivelata e gli ordini impartiti,
tra la Provvidenza divina e la giustizia umana,
tra la Coscienza dell’anima e la responsabilità civile,
tra l’edificazione del Tuo regno e la sicurezza dei popoli.
Signore, anche oggi, in ginocchio davanti a Te,
vesto la mia mimetica.

venerdì 13 gennaio 2012

LA NOSTRA BANDIERA E' A MEZZ'ASTA, SIGNORE

Farah, 13 gennaio 2012
Preghiera in ricordo di Giovanni Gallo

La nostra Bandiera è a mezz’asta, Signore,
segno di un lutto che ci ha colpiti.
Il nostro caro fratello Giovanni, da te amato,
ci ha lasciati improvvisamente:
e nella luce del giorno il buio della notte.
Tu Signore lo hai amato in questa terra,
Tu, o Dio, l’accogli ora nell’eternità.

La nostra Bandiera è a mezz’asta, Signore,
qui nella piana di Farah, in Afghanistan,
in questa terra che egli ha servito
sino al suo ultimo respiro
e che ora gli appartiene
perché ne conserva il ricordo:
nato in terra sarda, spirato in terra afgana.

La nostra Bandiera è a mezz’asta, Signore,
nel pianto per un figlio solare, generoso,
che ha svolto il suo servizio con dedizione e coraggio,
lui che non era un collega, ma un amico,
capace di donarci serenità
e d’infondere pace in ogni situazione.

Ora lo avvolgiamo nella nostra Bandiera, Signore,
per il suo rientro a casa.
Per la sua amata sposa e per il suo caro figlio,
ci vorrà tanta forza
per reggere un incontro senza abbracci, né parole,
espresso solo nel pianto inconsolabile
o vissuto nel silenzio di una memoria.
Noi siamo deboli e sconcertati:
solo Tu puoi donare la pace del cuore
a chi soffre perché ama:
e più ha amato, più il suo dolore è immenso.

Signore, nel tuo mistero il nostro mistero: perché?
Noi staremo vicini a chi soffre,
ma Tu, Signore, mostra la tua onnipotenza:
infondi speranza e coraggio nell’intimo dei cuori feriti.

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