martedì 3 gennaio 2012

MI HANNO COLPITO, SIGNORE

 All’amico Fabio che sta a Bala Murgab.
Stavo compiendo un sopralluogo tra i miei ragazzi di guardia sulla Cop quando improvvisamente da alcune case vicine si odono degli spari. Sento un semplice formicolio sulla spalla, guardo la mia mimetica: è bucata, c’è del sangue: mi hanno colpito, Signore. Sto bene, ma mi sembra tutto così strano; frastuoni e agitazioni attorno a me, che mi rassicurano e m’incoraggiano.
Si corre verso la FOB, dove i medici sono già stati allertati e pronti ad operare. Dopo un tempestivo intervento mi dicono che va tutto bene, ma non possono togliere l’obice, quella punta di proiettile è rimasta dietro la mia spalla. In elicottero si raggiunge il ROLE 2, dove un’ulteriore analisi medica conferma la diagnosi.
Signore, sono sempre rimasto sereno: grazie. La forza d’animo che è in me, così come tu Signore mi hai creato, mi fanno dire grazie: sono solo ferito,  provvidenzialmente solo ferito. Posso muovere il braccio sentendo solo un leggero fastidio. Potrò ancora abbracciare i miei figli, la mia sposa, accarezzare i loro volti, le loro mani.
Mi dicono che, per ulteriori accertamenti, devo “lasciare l’Afghanistan e fare rientro in Patria” e questo mi rende triste: il mio cuore è con i miei uomini, che non voglio lasciare, con loro sono giunto per portare a termine la mia missione: io conto su di loro e loro contano su di me.
Ma è un ordine: devo rientrare.
Dopo qualche settimana di riposo ecco la notizia che aspettavo: “Se vuoi puoi ripartire”.
Sì Signore, lo sai: “ho due famiglie”. E ora che la mia casa è al sicuro in Patria, devo raggiungere l’altra lontana dimora dove ci sentiamo uniti come fratelli, condividendo le gioie e i dolori di una professione che ci fa sentire sentinelle di libertà e giustizia tra i popoli.
Grazie Signore, perché ho una sposa che non solo mi sostiene e mi capisce, ma con grande coraggio sorregge la famiglia, pensa ai figli: stringendo dentro il cuore le sue lacrime, mi parla con voce rasserenante e mi aiuta a compiere il mio dovere. Sa amarmi e conosce la passione del mio servizio.
Signore, mi hanno colpito, ma non hanno cancellato in me il senso del dovere e la grande determinazione per compiere sempre la missione affidatami.
Signore, mi hanno colpito, ma ancora tu mi proteggi, e custodisci il mio cammino. Ti rendo grazie, mio Dio.
Signore, mi hanno colpito, Aiutami ad essere un testimone riconoscente, anche tra questo popolo afgano. E se uno mi ha colpito, fa che possa portare a tutti una nuova speranza di pace, rendendo più sicura quella terra, dove tu Signore mi hai salvato.

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